PREMESSA
Tra imaggiori problemi di cui il mondo scientifico si occupa oggi spessissimo cisono quelli della biodiversitá, dei cambiamenti climatici, della povertá,dell’acqua e della fame nel mondo. I cinque problemi sono tra loro collegatianche se spesso vengono affrontati separatamente, e al centro di essi sitrovano i semi.
Labiodiversitá é il deposito che assicura alll’umanitá cibo, vestiti e medicineed é essenziale per lo svilupposostenibile dell’agricoltura, per l’adattamento delle colture ai cambiamenticlimatici e per la sicurezza alimentare (1, 2).
Ladiminuzione della biodiversitá é stata in larga misura causata dall’agricolturaindustriale (3) che é basata su poche varietá, spesso imparentate tra di loro eche rispondono in modo uniforme a fertilizzanti, erbicidi e pesticidi.
Per dareun’ idea della diminuzione della biodiversitá agricola basti pensare che afronte delle circa 250.000 specie vegetali che si stima vivano sul pianeta, dicui circa 50.000 sono commestibili, noi ne utilizziamo soltanto 250. Di questeappena 15 forniscono il 90% delle calorie e 3 - mais, frumento e riso, che nonsono nemmeno le piú nutrienti, - forniscono il 60% delle calorie. Tutto ciórende l’agricultura molto vulnerabile e il nostro futuro alimentare moltoinsicuro.
Isemi forniscono gran parte della nostra alimentazione (anche quando mangiamoprodotti animali, mangiamo indirettamente piante) e l’alimentazione ha grandiconseguenze sulla nostra salute. Perció parlare dei semi vuole dire parlaredella nostra salute. E se qualcuno, come in realtá accade, ha il controllo delmercato del seme limitando la diversitá di ció che viene coltivato, questocomporta una minore diversitá di cibo. Questa, a sua volta, é stata messa inrelazione con una riduzione delle biodiversitá microbica del nostro intestinoche sembra associata a malattie di natura infiammatoria come l’asma e alcunitipi di tumori (4).
Unadelle strategie che verrá utilizzata nel progetto é il miglioramento geneticoevolutivo-partecipativo che prevede la costituzione di miscugli (o popolazionievolutive) che, una volta seminati nei campi degli agricoltori, vengono lasciatievolvere diventando cosi progressivamente adattati non soltanto a quelparticolare ambiente inteso come esposizione, altitudine, suolo e clima, maanche alle tecniche agronomiche (quindi anche l’agricoltura biologica e quellabiodinamica) usate (5).
Qeste popolazioni rappresentano inoltre una rispostadinamica alla necessitá di adattare le colture al cambiamento climatico cheinfluenzerá in modo diverso localitá diverse (6). É poi possibile per gliagricoltori utilizzare queste popolazioni evolutive come fonte da cuiselezionare, da soli o con la partecipazione di tecnici e ricercatori, nuovevarietá il cui seme puó diventare disponibile anche per i vicini.
Questastrategia non solo promuove una grande agro-biodiveristá (perché le popolazionievolveranno in modo diverso in localitádiverse) ma rappresenta un processo auto sostenibile che consente agliagricoltori di rispondere in modo dinamico a nuove richieste del mercato o allacomparsa di nuove malattie e insetti.Questastrategia é attualmente utilizzata in un numero di europei (Portogallo, Spagna,Francia, Germania), in molte regioni italiane e nelle Marche con frumentotenero e zucchino.
SCOPO e ATTIViTÁ
Ilprogetto si propone lo scopo di rendere gli agricoltori indipendentidall’attuale mercato del seme che rappresenta il principale fattore limitantela diversitá coltivata e di conseguenza della diversitá di cibo, valorizzandola conservazione, la coltivazione e l’uso della biodiversitá ancora disponibilenella regione Marche attraverso le seguenti iniziative:
1. Proponiamo per la fattibile realizzazione del progetto, il coinvolgimento e la partecipazione della Banca del Germoplasma del CRA-ORA (Unità di Ricerca per l’Orticoltura) di Monsampolo del Tronto (Ascoli Piceno) per la conservazione delle specie orticole incluse leguminose da granella come cece, lenticchia e fagiolo;
2. Questo permetterebbe senza dover ripartire da zero con eccessivi sforzi, di arricchire la giá cospicua collezione esistente presso la Banca del Germoplasma del CRA-ORA con campioni di varietá attualmente non presenti nella Banca ma conservati presso singoli agricoltori o associazioni nella regione;
3. Identificare una struttura idonea alla conservazione di cereali (frumento tenero, frumento duro, orzo e frumenti antichi come farro, monococco e dicocco);
3. Monitorare e diffondere i miscugli giá esistenti di frumento tenero e zucchino organizzando incontri con agricoltori per discutere le modalitá di utilizzazione dei miscugli per selezionare nuove varietá adattate alle specifiche condizioni pedoclimatiche;
4. Promuovere altri miscugli (pomodoro, fagiolo e altri cereali);
5. Allestimento da parte del CRA-ORA, presso la propria sede di Monsampolo del Tronto, di una mostra di tale biodiversitá allevando in parcelle un certo numero di accessioni di ciascuna delle specie disponibili presso la banca del germoplasma. Queste mostre hanno lo scopo di innescare un rapporto tra consumatori interessati al consumo di alcune accessioni e agricoltori disposti a coltivarle. Nel medio e lungo termine, le accessioni di maggiore interesse per i consumatori verranno coltivate da un numero sempre crescente di agricoltori in zone diverse delle Marche creando nelle stesse zone filiere corte;
6. Sito internet con annesso E commerce che gli agricoltori e cittadini detentori di orti possono usare per scambiare informazioni e acquistare semi direttamente dal CRA-ORA di Monsampolo (AP);
CAMPO di APPLICAZIONE
Questolavoro si indirizzerá anche agli agricoltori biologici della regione che, tral’altro, patiscono la cronica mancanza di varietà specificamente selezionateper questa tecnica di coltivazione dovendosi accontentare di materiale geneticoselezionato per colture con alti livelli di imput (concimazioni chimiche,diserbanti, trattamenti fitoiatrici, ecc).
Unaattività di questo tipo si va a collocare nel quadro della ricerca scientifica ditipo applicativo che si sta affermando a livello internazionale soprattutto inrapporto alle necessità di ridurre l’utilizzo di prodotti derivati dal petrolioe di ridurre i livelli di impatto sugli ecosistemi agrari.
L’approcciopartecipativo inoltre permette di coinvolgere in modo diretto gli agricoltoried il territorio garantendo l’incremento della biodiversità coltivata. Conquesta metodologia, infatti, si verrebbero a delineare delle varietà conelevato adattamento specifico, quindi diversificate a seconda delle zone. Il lavoronon è rivolto alle singole varietà di cereali, leguminose, etc. ma prende inconsiderazione dei “pacchetti colturali”, rotazioni cioè, adeguate allespecificità dei diversi ambienti regionali. La scelta degli ambienti di provasarà quindi effettuata in rappresentanza delle diverse condizionipedoclimatiche che contraddistinguono la regione.
DURATA del PROGETTO
Unprogetto che si propone di effettuare selezione partecipativa su un gruppoarticolato e numeroso di colture deve necessariamente prendere inconsiderazione il compimento di una rotazione agraria quadriennale completa.
COSTI del PROGETTO
PERSONALE COINVOLTO
Siprevede il coinvolgimento di un numero di tecnici variabile da tre a sei; ilnumero preciso potrà essere definito sulla base delle richieste dipartecipazione alla fase di formazione e preparazione iniziale, necessaria perla corretta impostazione e realizzazione del progetto.
MODALITA’ DI VERIFICADEI RISULTATI
Per la valutazione dei risultatidel progetto si dovrà procedere alla fine del secondo anno alla verifica delnumero di linee in selezione presso le aziende partecipanti. Al termine delprogetto si verificherà il numero dellenuove varietà destinate ad essere adottate e le loro caratteristichequalitative.
RIFERIMENTIBIBLIOGRAFICI
1. ThruppLA, 2000. Linking agricultural biodiversity and food security. The valuablerole of agro biodiversity for sustainable agriculture. International Affairs76: 265 – 281
2. CardinaleBJ, Duffy JE, Gonzalez A, Hooper DU, Perrings C, Venail P, Narwani A, Mace GM,Tilman D, Wardle DA, Kinzig AP, Daily GC, Loreau M, Grace JB, Larigauderie A,Srivastava DS, Naeem S, 2012. Biodiversity loss and its impact on humanity.Nature 486: 59 – 67
3. GreenRE, Cornell SJ, Scharlemann JPW, Balmford A, 2012. Farming and the Fate of WildNature. Science 307: 550 – 555
4. Von Hertzen L, Hanski I, Haahtela T, 2011. Naturalimmunity: Biodiversity loss and inflammatory diseases are two global megatrendsthat might be related. EMBOreports, 12: 1089 – 1093
5. SunesonCA (1956) An Evolutionary Plant Breeding Method. Agronomy Journal 48:188–191
6. Ceccarelli S, Grando S, Maatougui M,et al. (2010) Plant breeding and climate changes. J Agr Sci148:627–637.